Ratio-Dazi

Obiettivi di oggi:
— Dazi, contrabbando e crimine organizzato
— La rotta artica
— Schemi di evasione dei dazi

Numero 4

Ratio vos salutat. 

Il concetto microeconomico di esternalità è alla base delle Leggi fondamentali della stupidità umana, formulate dallo storico Carlo Cipolla in uno dei testi più ironici e geniali che abbia mai letto: Allegro ma non troppo. È il libro che Jacopo, il nostro CEO, tiene in molteplice copia in un armadietto dell’ufficio e che regala a chiunque entri a lavorare in Rozes.

Cipolla individua due fattori da considerare per indagare il comportamento umano: danni o vantaggi che l'individuo procura a se stesso; danni o vantaggi che l'individuo procura agli altri.

Creando un grafico col primo fattore sull'asse delle ascisse e il secondo sull'asse delle ordinate, individua quattro gruppi di persone: Intelligenti (in alto a destra) fanno il proprio vantaggio e quello degli altri; Sprovveduti (in alto a sinistra) danneggiano se stessi e avvantaggiano gli altri; Stupidi (in basso a sinistra) danneggiano gli altri senza avvantaggiare se stessi o danneggiandosi; Banditi (in basso a destra) danneggiano gli altri per trarne vantaggio.

Con questa chiave di lettura è possibile interpretare, in maniera ironica, il tema della Ratio odierna: le implicazioni della guerra commerciale avviata dagli Stati Uniti sull’ecosistema criminale e sulle pratiche antiriciclaggio. Per capire meglio cosa sta succedendo abbiamo chiesto aiuto a Beniamino Irdi, che ci spiegherà come i dazi rischiano di favorire le organizzazioni criminali. Esploreremo poi la rivoluzione logistica della "rotta artica", che sta ridisegnando le geografie del commercio globale, e faremo luce sui metodi di evasione dei dazi.

Buona lettura.

Kevin Carboni | Ufficio stampa Rozes

Grandi numeri

130.000.000.000

Goldman Sachs stima che la guerra commerciale USA-Cina del 2018-19 abbia portato a un'evasione tariffaria di 110-130 miliardi di dollari sulle importazioni dalla Cina nel 2023, con una perdita di entrate doganali di 15 miliardi di dollari.

Dazi, contrabbando e crimine organizzato: come le tariffe di Trump rischiano di favorire le grandi organizzazioni criminali

Come reagisce la criminalità organizzata a una guerra commerciale globale? Come impatta sulle capacità di azione dei gruppi criminali? Crea ostacoli? Offre opportunità?

Ce lo spiega Beniamino Irdi, Non Resident Fellow presso l’Atlantic Council e CEO di High Ground, political risk consultancy partner per Rozes. In precedenza, Irdi ha prestato servizio per diciassette anni presso il governo italiano in diversi incarichi legati agli affari esteri e alle politiche di sicurezza, tra cui quello di consigliere del Ministro degli Affari Esteri.

Le politiche tariffarie dell’amministrazione Trump stanno ridisegnando i flussi commerciali globali e, con essi, gli spazi di manovra della criminalità organizzata. Se gli effetti macroeconomici dei dazi sono stati ampiamente analizzati, meno attenzione è stata finora riservata al loro impatto sui meccanismi di contrasto ai reati finanziari. La riconfigurazione improvvisa delle catene di approvvigionamento, l’aumento dei costi e il mutamento delle priorità doganali rischiano infatti di lasciare scoperti interi segmenti normativi, aprendo nuove opportunità alla criminalità organizzata.

Una prima conseguenza è la possibile espansione dei traffici di contrabbando e contraffazione. A fronte di margini di profitto ridotti, una quota crescente del commercio tenderà a scivolare nell’illegalità, alimentando i canali gestiti dalle reti criminali. Secondo un’indagine giornalistica del The Straits Times, dall’entrata in vigore dei dazi, diverse aziende statunitensi hanno cominciato a ricevere offerte particolari da società di spedizioni, molte delle quali con sede in Cina. Queste propongono modalità “alternative” per arginare le tariffe, offrendo assistenza alle imprese per eludere i dazi. Come? Principalmente attraverso la manipolazione delle informazioni di spedizione, l’offerta di servizi di trasbordo e la triangolazione delle merci in paesi terzi soggetti a tariffe inferiori. Secondo dirigenti e funzionari governativi USA, questi schemi rischiano di costare al governo miliardi di dollari di mancati introiti doganali. L’amministrazione statunitense ha avviato uno sforzo per convincere altri paesi, tra cui Vietnam, Messico e Malesia, a rafforzare le attività di contrasto. Tuttavia, la portata delle attività illecite sembra aver ormai superato di gran lunga le capacità di enforcement.

In secondo luogo, la pressione economica spinge molte aziende a ricorrere a pratiche borderline come la sottofatturazione e la manipolazione dei codici doganali HS. Secondo diversi analisti e operatori del settore, questi comportamenti, diffusi e difficili da intercettare, non solo generano ingenti perdite fiscali, ma introducono un elevato livello di distorsione nei database commerciali, compromettendo l’efficacia degli strumenti di analisi per il profiling AML. Parallelamente, l’abolizione di alcune esenzioni, come le soglie de minimis, obbliga le autorità a gestire volumi di spedizioni molto più elevati. In assenza di risorse adeguate, questa pressione rischia di ottenere l’effetto opposto a quello desiderato, mandando il sistema in sovraccarico.

L’enfasi dell’amministrazione Trump sulla lotta al fentanyl e all’immigrazione illegale – che ha portato a classificare diversi cartelli latinoamericani come organizzazioni terroristiche straniere – sta spingendo molti gruppi criminali a ridurre l’esposizione ad attività ad alto rischio, orientandosi invece verso alternative meno rischiose ma comunque redditizie, come il contrabbando. La riconfigurazione delle rotte globali amplifica queste dinamiche, offrendo nuove opportunità di cooperazione nel traffico illecito e nella distribuzione di merci contraffatte. Ogni shock nei flussi commerciali legittimi diventa così, per la criminalità organizzata, un’occasione per consolidare alleanze, diversificare le attività e rafforzare la propria resilienza.

In definitiva, i dazi introdotti dall’Amministrazione Trump, ridisegnando i flussi commerciali, mettono sotto pressione i presidi di sicurezza finanziaria costruiti negli ultimi vent’anni. Gli strumenti di contrasto al riciclaggio e al finanziamento di attività criminali potrebbero essere messi alla prova di fronte a volumi crescenti di traffici illeciti, mentre le dogane dovranno confrontarsi con la gestione di una mole di controlli sempre più voluminosa.

La rotta artica

Mentre l'attenzione globale è concentrata su conflitti e crisi politiche, un evento dal potenziale storico è passato quasi inosservato: l'apertura della "rotta artica". Si tratta di un tragitto commerciale che, partendo dalla Cina, raggiunge l'Europa dimezzando i tempi di percorrenza rispetto al tradizionale passaggio per il canale di Suez. La nave porta-container cinese Ponte di Istanbul è già salpata dal porto di Ningbo-Zhoushan (il più grande del mondo!) verso gli scali europei, inaugurando un transito che sarà regolare per sei mesi all'anno, quando la rotta è libera dai ghiacci.

Come riporta Politico, questo cambiamento porta due vantaggi strategici per la Cina

  • Vantaggio commerciale: i tempi di consegna delle merci si riducono drasticamente, così come i rischi legati alla navigazione nel Mar Rosso, area caratterizzata da una forte instabilità.

  • Vantaggio geopolitico: La rotta permette a Pechino di ridurre la sua dipendenza da stretti strategici come Suez, Bab-el-Mandeb, Taiwan e Malacca, che potrebbero essere bloccati in caso di conflitto. Navigando in acque "amiche", quasi interamente lungo le coste della Russia, la Cina si assicura un'alternativa preziosa e rafforza i suoi legami commerciali e politici con l'Europa.

Come si evadono i dazi

Come già osservato, i dazi stanno aprendo vaste opportunità per la criminalità organizzata. I gruppi criminali stanno sfruttando le interruzioni delle catene di approvvigionamento globali per espandere le loro operazioni illecite, diventando di fatto tra i beneficiari del nuovo assetto economico.

Come riportato da Dynamis LLP, i principali metodi utilizzati per evadere i dazi includono

  • Manipolazione delle informazioni di spedizione: gli importatori falsificano i documenti doganali per dichiarare che le merci provengono da un paese non soggetto a dazi. Ad esempio, un prodotto fabbricato in Cina potrebbe essere etichettato come proveniente dal Vietnam o da Taiwan per evitare le tariffe statunitensi. Questa pratica, già emersa con forza durante la precedente guerra commerciale, riguarda settori come l'elettronica, i tessuti e l'acciaio.

  • Trasbordo (Transshipment): le merci vengono instradate attraverso un paese terzo, dove subiscono lavorazioni minori o un semplice re-imballaggio, al solo scopo di mascherarne la vera origine. Questa tecnica non altera la "trasformazione sostanziale" del prodotto secondo le norme statunitensi, ma viene sfruttata per far apparire che l'articolo provenga dal paese intermedio.

Queste attività non solo causano perdite di entrate miliardarie per gli stati, ma alimentano il commercio illecito in generale. L'aumento dei prezzi incentiva il contrabbando e la contraffazione, mentre la riconfigurazione delle rotte commerciali apre nuove opportunità per le reti criminali. Organizzazioni sempre più diversificate e transnazionali sono pronte ad adattarsi, sfruttando ogni falla del sistema per massimizzare i profitti e riciclare denaro sporco attraverso il commercio legale.

Rerum Publicarum

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